A kényszer szülte dolgokból néha jó is származik…
… különösen akkor, ha mindez spontaneitással is párosul. Erre szeretnénk most mi, olaszosok egy kis példát mutatni, azzal a nem titkolt bizakodással, hogy eme példa követőkre talál a felnövekvő olaszos nemzedékben.
Történt ugyanis, hogy a pedagógus életpályához kapcsolódó minősítési eljárásra készülve, kidolgoztam egy 8 tanórában megvalósítandó miniprojektet, melynek központjában egy szövegfeldolgozásos feladat állt. Mielőtt még tanítványaim megismerhették volna magát a szöveget, a szövegértési feladatra való ráhangolódás céljából, a szöveg címéből kiindulva kellett megírniuk egy teljes történetet, egy előzőleg feldolgozott olvasmány szókincsének felhasználásával. Bár hozzá vagyok szokva, hogy a csoport időről időre remek nyelvi teljesítményekkel kápráztat el, mégis nagy meglepetésként ért, hogy egy egyszerű beadandó házi feladat keretén belül mennyire igényes és terjedelmes szövegek születtek.
Sajnáltam volna, hogyha ezek az alkotások feledésbe merülnek, ezért a projekt lezárultával arra kértem a nyelvi csoport tagjait, hogy az általam kiválasztott legjobb négy szöveg közül szavazzák meg, kinek melyik tetszett a legjobban. Ezt követően megkérdeztem, hogy kinek lenne kedve lefordítani a nyertes alkotást. A fordításra vállalkozóknak arra kellett figyelni, hogy szövegük olyan hatást keltsen az olvasóban, mintha az eredeti lenne. Úgy éreztem, hogy ennek elbírálásához, a reális megítélés végett, külső segítségre is szükségem lesz. Ekkor jutott eszembe az iskolai újságban való megjelentetés gondolata, ami nagy örömömre elnyerte a szerkesztők tetszését.
Az igazat megvallva, a szakmai segítségkérés célján túlmenően más oka is volt a szövegek leközlési szándékának. Újabb és újabb kihívásokat keresve a második idegen nyelv tanításának szűkre szabott lehetőségein belül, mindig is igyekeztem minél szélesebb perspektívákat kínálni az iskolánkban olasz nyelvet tanuló diákoknak. Ezúton azokat is szeretném ily módon megszólítani, akik esetleg már fontolgatják, hogy ezt a nyelvet választják. Az a gondolat vezérelt, hogy egy kézzel fogható nyelvi produktum alapján, a toldys diákok saját maguk győződhetnek meg arról, hogy ha van bennük kellő motiváltság és lelkesedés, akár olyan szintű olasz nyelvtudásra is szert tehetnek, melyről az eredeti szöveg szerzőjének és a szöveg fordítóinak munkája tanúskodik.
Remélem, lesznek olyanok, akik a történet elolvasása után kedvet kapnak ehhez az izgalmas közös építkezéshez, és saját megtapasztalásuk alapján kezdő lendülethez jutva vághatnak bele olasz nyelvi tanulmányaikba.
Budapest, 2022. 01. 24. Dulin Krisztina
Il piccolo principe, proveniente dall’asteroide B-612 ha cominciato a stufarsi. Da quando aveva lasciato la sua rosa, aveva incontrato solo persone molto strane. (questo a chi non lo sapesse: l’aveva lasciata perché era stanco del fatto che lei si fosse approfittata di lui, che non gli fosse mai grata, e si fosse continuamente lamentata) Per prima cosa, ha visitato il pianeta del re solitario, la cui attività preferita era quella di comandare, sebbene fosse l’unico abitante del pianeta. Voleva fare del piccolo principe un suo suddito, e lo pregava talmente disperatamente che, alla fine, si sarebbe accontentato di farlo diventare il suo primo ministro, solo per poterlo trattenere. Insisteva tenacemente per avere qualcuno che gli ubbidisse. Sul secondo pianeta viveva un vanitoso che, senza alcuna ragione, voleva che il principe lo applaudisse, lo ammirasse, lo circondasse di complimenti e si rallegrasse di lui. L’abitante del terzo pianeta era un ubriacone, che voleva risolvere tutti i suoi problemi bevendo, fra l’altro, voleva liberarsi anche della vergogna di bere. Il quarto pianeta era abitato da un uomo d’affari che pensava di essere una persona molto importante ed impegnata, e passava le sue giornate a contare le stelle sul cielo, credendo di possederle tutte. Sul quinto pianeta ha conosciuto il lampionaio, il cui lavoro era accendere e spegnere il lampione del suo pianeta. Il suo problema era che, col tempo, il suo pianeta ha iniziato a girare sempre più velocemente, quindi a quel punto doveva accendere le luci e spegnerli ogni minuto, quindi non poteva mai riposare nemmeno un attimo. Era l’unica persona che il piccolo principe ammirasse dal profondo del suo cuore, infatti, era l’unica persona sui pianeti che non pensava solo a sé stesso. L’abitante dell’ultimo pianeta visitato era un geografo che stava sempre alla sua scrivania e dopo che gli aveva raccontato cosa stavano facendo i geografi, si è scoperto che non aveva idea di come si costruisse un pianeta, infatti, ha detto che l’esplorazione non faceva parte del lavoro dei geografi, ed in assenza di un esploratore da inviare per analizzare il terreno e raccogliere dati, non poteva fare altro che stare alla sua scrivania. Era lui a consigliargli di visitare la Terra.
Il piccolo principe stava andando sulla Terra quando ha visto uno strano pianeta che non dava pace alla sua immaginazione. Era così colorato e luminoso da fargli pensare che non avesse mai visto niente di così magnifico di così tanti colori. In effetti era fin troppo strano, sembrava un po’ bizzarro, spettrale. Non riusciva ad arrivare alla decisione di fare la deviazione verso lo strano pianeta prima di atterrare sulla terra, perché era attratto e respinto allo stesso tempo dallo strano corpo celeste. Tuttavia, prima che potesse prendere la decisione, ha dovuto rendersi conto che non aveva scelta, infatti, si era distratto così tanto che non prestava attenzione a dove stava andando, e quando se n’è reso conto, era troppo tardi, stava entrando nell’atmosfera dello strano pianeta. Si avvicinava rapidamente alla superficie e si era accelerato così tanto che non riusciva più a cercare una zona adatta all’atterraggio, quindi ha dovuto compiere un atterraggio di fortuna. Fortunatamente è riuscito ad atterrare sano e salvo. Si è spolverato, infatti il suo vestito era stato sporco di sabbia. Mentre lo faceva, si è reso conto che era certamente in un deserto.
- Dove altro potrebbe esserci cosí tanta sabbia? – ha pensato
Dopo aver finito di pulire i suoi vestiti, si è guardato intorno. La sua ipotesi è stata confermata, infatti, era arrivato proprio nel bel mezzo di un deserto. L’unica cosa che trovava strana era che i granelli di sabbia pompeggiavano in tutti colori dell’arcobaleno, rendendo l’immagine complessiva della sabbia di un marrone verdastro. Si è messo in cammino per trovare qualcuno con cui poter svolgere una conversazione. Non sapeva da che parte dirigersi, perché l’orizzonte consisteva esclusivamente di dune di sabbia in tutte le direzioni. Stava per incamminarsi in una direzione scelta a caso, quando ha sentito un odore umano inconfondibile, e ha saputo dove andare. Ci è voluto un bel po’ per uscire dal deserto, ma mentre usciva ha visto una figura con una specie di strumento in mano. O meglio dire, la figura guardava dentro quello strumento con un occhio. Il piccolo principe lo considerava buffo. Era quello di cui aveva sentito l’odore prima. È andato da lui e ha cominciato a parlargli nel suo stile:
- Che cosa è quello strano strumento che tieni in mano?
Non è arrivata nessuna risposta dalla figura, né alcun segno riguardo al fatto che avesse notato che l’ometto stava accanto a lui. Tuttavia, il piccolo principe non si è rassegnato mai a rimanere senza risposta, quindi si è avvicinato alla figura, ed ancora una volta, parlando molto più ad alta voce della prima volta, ha ripetuto la domanda.
- Che cosa è quello strano strumento che tieni in mano?
Il suo secondo tentativo sembrava aver successo, infatti la figura ha aperto la bocca per rispondere.
- È un cannocchiale.
Il piccolo principe non sapeva cosa fosse un cannocchiale, ed è diventato sempre più nervoso che la figura apparentemente non volesse dirgli cosa ci stava facendo.
- Cos’è un cannocchiale?
Ora non è stato lasciato senza risposta:
- È un tubo con delle lenti alle estremitá. Serve per consentire all’utente di guardare il piú lontano possibile con esso.
Il piccolo principe non lo capiva.
- Ma perché vuoi guardare così lontano? Perché la vista che puoi vedere ad occhio nudo non ti basta?
- Mi basterebbe, tuttavia, mi è imposto di scrutare la lontananza.
- Ma perché devi farlo?
- Per vedere se il nemico si sta avvicinando. Io sono la sentinella dell’esercito.
L’ometto non capiva più niente. Ma prima che potesse porre altre domande, la figura ha ripreso a parlare.
- A proposito, chi sei tu a interessarti tanto a quello che faccio?
- Forse se mi guardassi, lo scopriresti.
Infatti la figura non ha staccato gli occhi dal cannocchiale nemmeno per un attimo.
- Non posso farlo. Se distolgo gli occhi dal cannocchiale per un attimo, e nel frattempo il nemico arriva inosservato, chi pensi che verrà incolpato per non aver allertato la città?
- Ma di che città parli? Guardati intorno, qui non c’è nessuno oltre a noi!
- Sì, invece, semplicemente non li vedi perché si erano nascosti per non farsi vedere dal nemico.
- E chi è questo nemico? Perché avete nemici?
- Da dove vieni che non lo sai?
Ma senza nemmeno degnarlo di dargli una risposta ha aggiunto:
- Non ho tempo per raccontarti tutta la storia della guerra, abbiamo parlato troppo a lungo. Va in edicola e compra il quotidiano, ci trovi tutto dentro.
- Vabbè, ma cos’è un’edicola?
Ma la figura telescopica non parlava più.
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